martedì 15 aprile 2014

Bologna '77


Canzone molto triste e toccante quella che Stefano Rosso dedica a Giorgiana Masi, la sfortunata ragazza che perse la vita il 12 maggio 1977 a Roma durante una manifestazione del Partito Radicale.
Erano anni difficili gli anni '70, non a caso denominati "anni di piombo".
Gli episodi di violenza erano frequenti, il clima politico era rovente e le manifestazioni spesso purtroppo sfociavano in episodi di violenza.
Lo stesso Stefano ricorda che quel 12 maggio del '77 si trovò involontariamente in mezzo ai disordini presso Ponte Garibaldi, insieme al fratello Tonino e cercò rifugio scappando verso il bar di un amico che stava a San Francesco a Ripa, che però in preda alla paura non volle aprire la saracinesca del negozio, allora Stefano e suo fratello riuscirono a rifugiarsi su un terrazzo dopo aver buttato giù a spallate un portoncino accanto al bar.
Scosso da questo clima di violenza e una volta al corrente della tragica notizia della morte della ragazza, Rosso si mise al pianoforte e partorì la toccante "Bologna '77".
Il pezzo, e non potrebbe essere altrimenti, è permeato di tristezza, con Rosso che per una volta abbandona l'amata chitarra per relegare a ruolo di protagonista il piano, più adatto per l'atmosfera e l'incedere della canzone.
A proposito della canzone Stefano Rosso ricorda: "Bologna '77 venne maldigerita dai dirigenti della RCA e venne relegata come fatto minore, trattandosi di uno di noi, e non di un vile assasinio e fu messa nel dimenticatoio".








BOLOGNA '77

L'inverno passava qualcuno di lì 
Il nastro girava, suonava Lilly, 
Girava il pallone, lo stadio impazzì 
La voce tremava, l'inverno finì. 

E poi primavera, e qualcosa cambiò 
Qualcuno moriva, e su un ponte lasciò 
Lasciò i suoi 20 anni e qualcosa di più 
E dentro i miei panni, la rabbia che tu 

Da sempre mi dai, parlando per me 
Scavando nei pensieri miei, 
Guardandomi poi dall'alto all'ingiù e forse io valgo di più. 

L'estate moriva, Bologna tremò, 
La dalia fioriva e la gente pensò 
Dei tanti domani vestiti di jeans 
Chiamandoli strani, ma non fu così 

E quando m'incontri, che pensi di me 
Tu sappi che il sole che splende è per te 
E il grano che nasce, e l'acqua che va 
E' un dono di tutti, padroni non ha 

E il grano che nasce, e l'acqua che va 
E' un dono di tutti, padroni non ha.

L'angolo degli accordi:


Sol             Do         Re           Mim
L'inverno passava qualcuno di lì
Sol           Do       Re         Sol 
Il nastro girava, suonava Lilly,

 Sol             Do         Re           Mim
Girava il pallone, lo stadio impazzì

 Sol           Do       Re         Sol 
La voce tremava, l'inverno finì. 
Sol             Do         Re           Mim
E poi primavera, e qualcosa cambiò

 Sol           Do       Re                     Sol
Qualcuno moriva, e su un ponte lasciò

 Sol             Do                Re           Mim
Lasciò i suoi 20 anni e qualcosa di più 

Sol                       Do       Re           Sol
E dentro i miei panni, la rabbia che tu 
Do                  Re7   Sol             Mim
Da sempre mi dai, parlando per me

Do                  Re         Sol 
Scavando nei pensieri miei,

Do                 Re7     Sol         Mim     Do       Re          Sol 
Guardandomi poi dall'alto all'ingiù e forse io valgo di più. 
Sol             Do         Re       Mim
L'estate moriva, Bologna tremò,

 Sol           Do       Re         Sol
La dalia fioriva e la gente pensò

 Sol             Do         Re       Mim
Dei tanti domani vestiti di jeans

 Sol                 Do          Re         Sol
Chiamandoli strani, ma non fu così 
Sib                Mib             Fa         Solm
E quando m'incontri, che pensi di me

 Sib                Mib             Fa              Sib
Tu sappi che il sole che splende è per te 

Sib                Mib             Fa         Solm
E il grano che nasce, e l'acqua che va 

Sib                Mib             Fa       Sib
E' un dono di tutti, padroni non ha 
Sib                Mib             Fa         Solm
E il grano che nasce, e l'acqua che va

 Sib                Mib             Fa       Sib
E' un dono di tutti, padroni non ha.

4 commenti:

  1. Però il titolo della canzone direbbe qualcosa di più del tributo a Giorgiana Masi, è un tributo all'intero movimento del '77 che vede il suo epilogo con il convegno di Bologna. L'evento molto temuto dall'establishment non ebbe le temute esplosioni di violenza anche per l'accoglienza della città che seppe evitare ogni forma di provocazione. "quei tanti domani vestiti di jeans" furono accolti fraternamente e non successe nulla di quello che si era temuto. Il tributo di Rosso ha ancora più valore per il fatto che, mentre il '68 ha trovato una sua letteratura celebrativa, il '77 ne è quasi privo. Come hanno scritto Balestrini e Moroni nell'Orda D'oro: "Il 77 non è stato come il 68. Il 68 era contestatario, il 77 è stato radicalmente alternativo. Per questa ragione, la versione ufficiale presenta il 68 come il buono e il 77 come il cattivo; in effetti il 68 ha recuperato mentre il 77 è stato annientato. Per questa ragione il 77 non potrà mai, a differenza del 68, essere oggetto di celebrazioni facili." Onore a Stefano Rosso che lo cantò in questa canzone che resta, nonostante la damnatio memoriae, nella cultura del nostro tempo.

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  2. Ciao,nel filmato TV che anticipava l'uscita del docu-film su Stefano Rosso si sono viste due esecuzioni particolari tratte da un concerto di cui però non trovo traccia.
    In quel servizio televisivo in cui intervistano Simone Avincola, servizio peraltro che si può trovare su YouTube, si vedono appunto due esecuzioni che mi piacerebbe recuperare, la prima è "Una Storia Disonestà" la seconda "Bologna '77".
    Tu sai qualcosa di quel concerto?
    Nel caso avessi o ne trovassi materiale in giro potresti gentilmente pubblicarlo? Grazie!

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  3. Ciao ragazzi. SUono la chitarra, e mi sono reso conto di un errore, niente di che.

    Sol Do Re Mim
    L'inverno passava qualcuno di lì
    Sol Do Re Sol
    Il nastro girava, suonava Lilly,

    Il MIm al primo rigo dovrebbe essere un SOL maggiore.
    Il primo Sol maggiore, al secondo rigo, dovrebbe essere invece un MIm.

    Di conseguenza, il giro corretto è:
    SOL DO RE SOL
    MIm DO RE SOL.

    Poi lo schema si ripete anche sotto :)

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    1. Mi accorgo anche di un DO al posto di un LAm.

      SOL DO RE SOL
      MIm LAm RE SOL

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